martedì 16 luglio 2019

COME NON MI PIACE QUESTA NBA

UN MOMENTO DELLE FINALI DI QUEST'ANNO
Partiamo da un presupposto: considero la NBA il più grande spettacolo al mondo, lo sport più bello che ho avuto il piacere di vedere dal vivo svariate volte e che seguo ogni giorno su Sky Sport NBA (compreso la Summerleague).
Ma c'è un ma: secondo me sta perdendo un pochetto di appeal (ma non sto parlando di spettacolo, sia ben chiaro). Dico questo dopo l'ultimo episodio, il passaggio di Kawhi Leonard dai Toronto Raptors ai Los Angeles Lakers. Ma come, mi domando, hai vinto da protagonista e leader della squadra il titolo con i Raptors ed ora gli lasci per andare a fare da spalla a Lebron James? Io fossi un tifoso dei Raptors sarei arrabbiato (uso un termine moderato) ed alla prima partita alla Scotiabank Arena lo fischierei ad ogni palla toccata.
E questo non è il solo episodio che mi ha spinto a scrivere queste righe. Vi ricordate il passaggio di Lebron James dai Cleveland Cavaliers ai Los Angeles Lakers. A me mi è sembrato un bimbo piccolo che, se non riesce ad avere qualcosa, piange fino a quando uno dei genitori non gliela da. Ecco Lebron James non ha fatto altro che questo. Nel 2014 torna a Cleveland, dopo l'avventura ai Miami Heat, con il dichiarato obiettivo di vincere il titolo. Nel 2015/2016 vince il terzo titolo NBA della sua carriera (il vero predestinato Micheal Jordan ne ha vinti 6) ed il primo titolo nella storia della franchigia dell'Ohio, addirittura affermando durante la cerimonia di premiazione "Cleveland this is for you" ("Cleveland questo è per te"). Addirittura rifirma con i Cavs un contratto triennale di 100 milioni di dollari, diventando il giocatore più pagato della storia della NBA. Ma nell'estate 2018 cosa fa? Riapprofitta della player option, come aveva fatto Miami per andare a Cleveland, e si trasferisce in California. L'anno successivo però non riesce a qualificarsi neanche per i playoffs con i Los Angeles Lakers.
Quanto mi manca la NBA dei grandi giocatori, i veri giocatori franchigia, restavano a vita con la propria squadra e solo i comprimari cambiavano. Non dico, lo ricordo per chiarezza del discorso, dello spettacolo, ma della serietà dei giocatori.
Dr. J con Philadelphia, Larry Bird con Boston, Magic Johnson con i Lakers e Michael Jordan con Chicago. Nessuno di questi, compreso i compagni di squadra come ad esempio Kevin McHale e Robert Parish nei Celtics, Scottie Pippen nei Bulls oppure Kareem Abdul Jabbar, James Worthy o Michael Cooper nei Lakers, avrebbe mai pensato che perdendo il titolo l'anno successivo cambiava squadra per vincerlo perché i compagni di gioco non erano all'altezza dello stress che portava una Finale NBA.
Onore e rispetto sinceramente per Steph Curry e Klay Thompson che hanno deciso, da veri uomini franchigia, nonostante la sconfitta di quest'anno contro i Raptors, di rimanere con i Golden State Warriors e riprovarci l'anno prossimo.

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